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Il fentanyl: la droga che uccide senza pietà

Il fentanyl è una droga sintetica che può causare la morte per overdose in pochi minuti. Si tratta di un oppiaceo usato legalmente come antidolorifico, ma che viene anche venduto illegalmente mischiato con eroina o cocaina. Il fentanyl è responsabile di una vera e propria crisi sanitaria negli Stati Uniti, dove provoca oltre 100mila morti l’anno. Anche in Italia ci sono stati alcuni casi di vittime di questa sostanza, tra cui lo chef Andrea Zamperoni.


Ma quanto si parla di Fentanyl sui media?

Il team di analisti di Volocom ha analizzato come e quanto le testate italiane e straniere raccontano questo fenomeno. Abbiamo preso in considerazione più di 3mila articoli: negli ultimi 6 anni le testate nazionali italiane hanno prodotto 538 articoli sul tema (poco meno di 100 solo da gennaio 2023) mentre nello stesso periodo le testate americane ne hanno pubblicati più del quadruplo, ben 2.676, essendo la piaga del fentanyl negli Stati Uniti molto diffusa. La stampa europea, oltre a quella americana e italiana, non sembra essere molto vicina al tema: i giornali francesi (sempre negli ultimi 6 anni) hanno pubblicato solo 39 articoli sui principali quotidiani nazionali e periodici, gli spagnoli appena 3. Le uniche testate europee che sembrano più attente a questo dramma incombente sono quelle tedesche con 111 articoli, comunque anna luce dalla copertura americana sul tema. I “picchi” di articoli coincidono con alcuni eventi chiave, come le morti di star famose, i rapporti internazionali, le operazioni delle forze dell’ordine e le sentenze contro le aziende farmaceutiche.

Le star che hanno perso la vita per il fentanyl

Uno dei motivi per cui il fentanyl attira periodicamente l’attenzione dei media al di là dei numeri della strage che arrivano dagli Usa, è il fatto che questa droga ha anche ucciso alcune star della musica e del cinema, sia negli Stati Uniti che in altri Paesi. Il 21 aprile 2016, il cantante Prince venne trovato morto nella sua casa.



Figura 1: distribuzione delle uscite sul Fentanyl in Italia


nel Minnesota: l’autopsia rivelò che la causa della morte era stata un’overdose di fentanyl. Il musicista, che soffriva di dolori cronici all’anca, pensava di assumere del vicodin, un antidolorifico, ma in realtà si trattava di pillole contraffatte contenenti fentanyl. Non si sa da chi abbia ottenuto il farmaco falso. La sua morte ha scosso il mondo della musica e ha portato alla luce il problema della diffusione del fentanyl sul mercato nero. Ma oltre a Prince, sono caduti per colpa del fentanyl anche il rapper Mac Miller, il rocker Tom Petty e l’attore John Belushi. Anche in Italia ci sono state vittime di questa sostanza, tra cui lo chef Andrea Zamperoni, trovato morto in una stanza d’albergo a New York nel 2019. Come si nota dalla Figura 1, l’episodio dello chef Zamperoni è stata la “miccia” che ha riacceso il dibattito italiano sul tema.


L’allarme lanciato dai rapporti internazionali

Figura 2: Distribuzione delle uscite stampa in America sul Fentanyl


La Figura 2 mostra poi che nel marzo 2021 negli Stati Uniti si è registrato un picco di articoli che parlano del fentanyl: in quel mese infatti sono stati pubblicati dati e rapporti allarmanti su questa droga come ad esempio il World Drug Report 2021 dell’ONU, che ha analizzato l’impatto della pandemia di COVID-19 sul problema mondiale della droga e ha evidenziato il ruolo del fentanyl nella crisi degli oppioidi negli Usa. Ma anche il comunicato stampa del National Institute on Drug Abuse, che ha riportato il forte aumento delle confische da parte delle forze dell’ordine di pillole contenenti fentanyl tra il 2018 e il 2021.

Questi articoli hanno messo in luce la gravità e l’urgenza di affrontare il fenomeno del fentanyl negli Usa, dove la droga continua a mietere vittime e a sfuggire ai controlli. Le testate americane si sono concentrate sui dati e sui rapporti, sulle riforme e le azioni intraprese dal governo e dal Congresso per facilitare l’accesso ai trattamenti e ai farmaci salvavita, sulle responsabilità delle aziende farmaceutiche e della distribuzione per aver contribuito alla diffusione degli oppioidi. Le testate italiane hanno riportato le principali informazioni provenienti dalle fonti americane, aggiornando i lettori sullo stato del problema in Italia e nel mondo.


Il problema inizia ad essere anche italiano

Figura 3: Distribuzione uscite sulla stampa in Italia sul fentanyl


Ma il problema non è solo americano, purtroppo anche in Italia si registra un nuovo picco di uscite riguardo il fentanyl (come si nota dalla Figura 3), perché recentemente sono stati arrestati alcuni spacciatori che importavano il fentanyl dalla Cina e lo vendevano sul dark web a clienti italiani ed europei. Le forze dell’ordine italiane stanno cercando di contrastare il traffico e lo spaccio di fentanyl, effettuando operazioni di sequestro e arresto dei responsabil: nel novembre 2021 la Guardia di Finanza ha arrestato due persone a Roma che importavano il fentanyl dalla Cina tramite corrieri espressi e lo vendevano online. A gennaio 2022 la Polizia Postale ha arrestato tre persone a Milano che gestivano un sito sul dark web dove offrivano il fentanyl a prezzi bassissimi. Il mese successivo i Carabinieri hanno arrestato due persone a Napoli che spacciavano eroina tagliata con fentanyl.


Le sentenze contro le aziende farmaceutiche: America e Italia

Il fentanyl è una minaccia che pian piano sta diventando globale e il suo abuso può avere conseguenze devastanti non solo per la salute individuale, ma anche per la sicurezza collettiva e le relazioni internazionali. In Messico, il cartello di Sinaloa, guidato dai figli di El Chapo, ha iniziato a produrre e distribuire il fentanyl grazie ai precursori chimici provenienti dall’Asia: il fentanyl viene mescolato alle droghe tradizionali per creare più dipendenza e aumentare il giro d’affari. Il cartello usa le città di Tijuana e Mexicali, vicine al confine con la California, come luogo di sperimentazione a cielo aperto. Come ci spiega un articolo de l’Avvenire dal titolo “Fentanyl, l'offensiva narcos”, i narcos offrono gratuitamente o a prezzi bassissimi le pastiglie di fentanyl ai migranti che vivono nelle baraccopoli. Molti muoiono per overdose. Le dosi più letali vengono poi esportate negli Usa, dove il prezzo è molto alto. Il fentanyl passa il confine in vari modi: attraverso tunnel sotterranei, corrieri corrotti o pacchi postali.

Analizzando le testate americane si nota come le grandi aziende farmaceutiche (le cosiddette Big Pharma) e della grande distribuzione siano state riconosciute in parte responsabili di aver innescato questa crisi di salute pubblica commercializzando e vendendo in modo aggressivo gli oppioidi. Molte di queste aziende, tra cui la famosa Johnson & Johnson, hanno accettato patteggiamenti con le famiglie delle vittime e con intere amministrazioni statali e locali per un totale di oltre 50 miliardi di dollari. Altre, come Purdue Pharma, (il produttore dell’OxyContin, uno degli oppioidi più diffusi negli Usa) hanno dichiarato bancarotta per evitare le cause legali.

In Italia, invece, non ci sono state ancora sentenze analoghe e nei media non ce n’è traccia.


Il ruolo della stampa nella prevenzione della diffusione italiana del fentanyl

“Raccontare il rischio alla popolazione è sempre molto complesso, perché entrano in gioco molti fattori nella percezione che il lettore/ascoltatore ha dei numeri e delle storie” commenta Cristina Da Rold, data-journalist sanitaria. “Da una parte, pensando ai fenomeni di overdose, l’idea che arriva al lettore, spesso giovane, è ‘lo usano tutti, non capiterà certo a me di stare male; dall’altra si bypassano quasi sempre gli impatti a lungo termine nell’utilizzo di quantità random di sostanze di cui non si conoscono bene gli effetti. Ci si concentra quasi sempre sui fatti di cronaca e sulle storie tragiche, sui presunti incidenti, spesso mettendo in secondo piano uno sguardo prospettico, l'approfondimento che racconti la quotidianità di chi si trova ad affrontare ad esempio una riabilitazione. È importante inoltre che si faccia maggiore formazione anche fra noi giornalisti su come leggere e interpretare i dati scientifici, come saper leggere uno studio, valutare un risultato pre-clinico da uno clinico, esaminare il significato di un rischio relativo o assoluto, per evitare di banalizzare dinamiche complesse e non dare l’idea della portata di un fenomeno.


Matteo Lunardi Media Intelligence Analyst










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