Macron sotto i riflettori: 7 post su 10 parlano di sue dimissioni
- Volocom
- 10 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Nei giorni più intensi della crisi politica francese, la rete non ha risparmiato commenti e giudizi per Emmanuel Macron. Tra il 5 e il 9 ottobre, abbiamo analizzato oltre 750mila post sul Presidente francesi pubblicati dagli utenti d’oltralpe sulle principali piattaforme social per capire come e quanto Macron sia diventato il fulcro della conversazione pubblica online.
Trend di discussione: dimissioni al centro del dibattito e crollo del consenso

Il dato più evidente è la centralità del tema delle dimissioni di Macron, menzionate nel 70% dei post. Gli utenti si dividono tra chi invoca apertamente il passo indietro del presidente e chi rilancia contenuti che ne amplificano la richiesta.
Segue il tema delle accuse di autoritarismo (49%): molti utenti accusano Macron di “bloccare la democrazia”, di “aggrapparsi al potere” e di voler ricorrere ai poteri eccezionali dell’Articolo 16 per restare all’Eliseo, dipingendolo come il principale responsabile di una crisi politica sistemica.
Un altro asse di discussione riguarda la percezione di isolamento politico (47%) l’immagine di un presidente “solo”, abbandonato da ex alleati, media e classe dirigente, domina i commenti, che parlano della “fine di un regno” o addirittura di un “suicidio collettivo” del macronismo.
Non manca la critica alle sue manovre politiche (41%), tra annunci di nuovi primi ministri “entro 48 ore” e promesse di alleanze con la sinistra definite “farsa” e “insulto alla democrazia”.
Infine, nel 29% dei post Macron viene indicato come colpevole del declino nazionale, accusato di aver “rovinato il Paese” con casse vuote, debito record e crisi industriale.
Solo una minoranza, circa il 15% degli utenti, esprime invece sostegno esplicito, spesso tramite hashtag come #JeSoutiensLePresident.
Un sentiment nettamente negativo

L’analisi del sentiment conferma questa tendenza: il 39,8% dei post esprime un giudizio negativo, a fronte di un esiguo 2,2% di sentiment positivo.
La wordcloud generata mostra come il termine più ricorrente sia proprio “démission” (“dimissione”), segno di una narrativa fortemente polarizzata e critica. Altri termini che emergono, che confermano questo scenario sono “destitution” (destituzione), “dissolution” (scioglimento), “crise” (crisi).

Le piattaforme più attive
Tra i canali monitorati, X si conferma la principale arena del dibattito, seguito a distanza da YouTube, Facebook, TikTok e Instagram.
Nonostante la diversa natura delle piattaforme, il sentiment negativo prevale ovunque, a conferma della diffusione trasversale del malcontento.
Il picco di discussione si è registrato il 7 ottobre, con un engagement complessivo di oltre 14 milioni di interazioni.
Uno specchio del malcontento
Dai dati emerge un quadro chiaro: la crisi politica francese non è solo istituzionale, ma anche una crisi di consenso e di reputazione presso l'opinione pubblica. La rete ha amplificato il sentimento di sfiducia verso l’Eliseo, trasformandosi in un termometro – e al tempo stesso in un megafono – del malessere politico del Paese. Un segnale che conferma, ancora una volta, quanto lo spazio digitale sia oggi un osservatorio privilegiato del consenso e del dissenso politico.
